martedì 29 novembre 2011

Recensione: Anche se è amore non si vede


Anche se è amore non si vede è un toccasana del buonumore e nello stesso tempo una scanzonata commedia sulla difficoltà dei rapporti uomo donna. Ambientato a Torino a bordo di uno scalcagnato pullman turistico ha come protagonisti Salvo e Valentino, due inseparabili amici che gestiscono una piccola agenzia turistica del capoluogo piemontese, aiutati da Natascha e da Gisella. E mentre Cupido si diverte a far danni nelle vite dei quattro protagonisti, i due amici cercheranno di mettere ordine nelle proprie faccende sentimentali. I protagonisti in meno di due ore si innamorano , si amano, si tradiscono c’è perfino un matrimonio con tanto di fuochi d’artificio. Qualche battuta azzeccata punzecchia l’Italia ma anche gli stranieri che non sanno far altro che criticarci. A chiudere il ciclo comico ci pensa un crescendo di gag che sfocia in un finale tra schiaffoni e scazzottate .Per la prima volta Ficarra e Picone si dirigono da soli, il film infatti è ricco di citazioni dalla storia del cinema. Dalla scena del bacio con la macchina da presa che, alla Hitchcock, ruota intorno ai due innamorati alle scazzottate finali nel più puro stile slapstick commedy. Nel complesso siamo di fronte a una brillante commedia degli equivoci che ha il pregio, non così scontato in questi tempi, di far divertire senza essere volgare. Il film dà certamente il meglio di sé quando Ficarra e Picone salgono in cattedra,potremmo dire che nasce e si sviluppa per esaltare le figure dei due comici palermitani , così come avvenuto, per esempio, in film come Qualunquemente di Albanese  o Che bella giornata di Checco Zalone. Insomma, sono gli interpreti a servizio della narrazione e non viceversa. La coppia dei due comici comunque funziona alla perfezione supportata da una notevole interpretazione di Ambra Angiolini e non importa se il film è un po' troppo zuccheroso e pieno di buoni sentimenti, se la trama è un po' scontata e fiacca, quello che conta e che ci fa passare due ore di puro spensierato divertimento. 


mercoledì 23 novembre 2011

Anestesia totale di Marco Travaglio

Il teatro civile sbarca a Padova . Venerdì 25 novembre al Gran Teatro Geox, alle ore 21 si terrà lo spettacolo Anestesia totale, sottotitolo «Il primo spettacolo (poco spettacolare) del dopo-B.». La prova teatrale mette a nudo, nelle intenzioni degli autori, il conformismo e l’incapacità degli italiani di indignarsi ancora di fronte ai fatti politici del nostro Paese. Marco Travaglio e Isabella Ferrari, impegnata a leggere alcune riflessioni di Indro Montanelli, offrono dunque un «antidoto» contro i sintomi di questa anestesia pervasiva e un energico input per risvegliare la coscienza degli spettatori. Eh sì... un’autentica «Anestesia totale»: è come se l’espediente della sospensione dell’incredulità fosse stata pratica comune di vita e pensiero per un intero popolo. Solo a partire da questo paradosso, secondo Travaglio, sono pensabili quei 17 anni che separano l’anno della «discesa in campo» dall'oggi che fa dire al giornalista torinese «finalmente è (quasi) finita».
Lo stesso Travaglio spiega così lo spettacolo: «Berlusconi non lo nomino mai. Cerco di capire il suo sistema, nel quale chi vince prende tutto, non governa ma comanda, sceglie i controllori, i giornalisti, che non devono porre domande... Descrivo come funziona la macchina della manipolazione. Ma accanto a questi momenti bui, che racconto io, ci sono sprazzi di luce affidati alla voce di Isabella Ferrari, che legge alcuni brani di Indro Montanelli e fa ascoltare la bellezza della sua prosa. Si sente cos’era il giornalismo, quando esisteva nella sua massima espressione».

giovedì 17 novembre 2011

Recensione: Drive di Nicolas Winding Refn

Seguendo la scia dei migliori film d'azione americani, Drive,del regista danese Nicolas Winding Refn , è un concentrato di adrenalina e di citazioni cinematografiche allo stato puro. Non è difficile credere che tra qualche anno questo film potrà essere considerato un cult movie. Refn infatti abbina sapientemente le risorse tipiche del genere con una raffinata conoscenza della macchina da presa e della storia del cinema creando un prodotto ricco di citazioni cinematografiche che ha le stigmate del film postmoderno. Alcune scene sono in effetti da antologia tra tutte quella dell'ascensore o quella dell'inseguimento che apre la pellicola e ci introduce nel mondo a cavallo tra legalità e illegalità del protagonista del racconto. Quando il biondino, protagonista della storia, si mette al volante c'è da prepararsi al peggio, il ragazzo dalla faccia angelica e dai nervi d'acciaio è un freddo pilota ma rivela anche una insospettabile  violenza selvaggia. Il film infatti è diviso in due parti, la prima tutta corse e speranza, la seconda invece dominata dalla violenza più cieca,  entrambe sottolineate da una colonna sonora musicale di tutto rispetto in cui l'elettronica degli anni Ottanta la fa da padrone . Drive è uno di quei titoli che si fanno prendere sul serio sia che si cerchi il piacere dello spettacolo sia che si pretenda la coerenza della eterna metafora della lotta dell'individuo per la propria sopravvivenza. L'ottima accoglienza ricevuta all'ultimo festival del cinema di Cannes , dove la pellicola si è aggiudicata il premio per la miglior regia testimonia la qualità di un film che pur lavorando con il materiale tipico del cinema di genere noir hollywoodiano se ne distanzia per l'abilità registica e per il giusto mix di intimismo e azione criminale , sarà poi il futuro a dirci se il regista danese è solo un impeccabile manierista o se ha un mondo interiore da esprimere.

lunedì 14 novembre 2011

Recensione: E' questa l'ora...

“Cara mamma, io godo di ottima salute, sta tranquilla, cerca di mandarmi il sacco alpino, maglione bianco, camicia di lana, pantaloni a sport e un po' di denaro” Sono le ultime parole che si possono leggere nel diario di Lino Camonico, partigiano e martire del Grappa pubblicato con il con il titolo di “E' questa l'ora...” grazie al lavoro di ricerca storica e alla cura di Francesco Tessarolo. Nato a Bassano nel 1923, dopo aver frequentato il Reale Liceo Ginnasio Brocchi,Camonico si era iscritto alla facoltà di medicina dell'Università di Padova quando la tragedia della guerra si impose con violenza nella sua vita come in quella di molti altri ragazzi di allora . Nei mesi che vanno dall'ottobre del 1943 al giugno dell'anno successivo, Lino notò scrupolosamente in un diario i fatti che successero in quel periodo nel bassanese.Leggere oggi queste pagine fa senza dubbio un certo effetto, ci si trova di fronte uno spaccato della vita di Bassano di quegli anni tristi e bui della guerra. Anni di sospetti, paure, delazioni, ma anche di grandi spinte ideali e di sacrifici personali .Fin dalle prime pagine emerge il clima di sospetto e di diffidenza che aleggiava in quel periodo «Le spie fasciste ti hanno denunciato al comando tedesco . Con questo annuncio i ragazzi mi accolgono al caffè.» scrive Lino in data 7 ottobre 1943. Infatti la prima attività di Lino in seno al movimento antifascista consiste nel diffondere giornali clandestini impregnati di propaganda contro il regime e contro i tedeschi, portare vestiti e viveri ai partigiani che già sono in montagna, un lavoro oscuro , ma importante ,fatto in silenzio e con discrezione cercando di eludere la vigilanza e l'attenzione delle spie e dei delatori. Tuttavia lottare per la giustizia e la libertà non è facile nella Bassano dell'epoca. Tra i momenti più problematici da affrontare per questi giovani partigiani c'è l'opposizione alla chiamata alle armi fatta dalla Repubblica di Salò «Nei primi giorni - scrive Camonico - pochissimi si presentarono, per lo più fascistoni fanatici. Dopo, la resistenza passiva diminuì e il numero delle reclute si ingrossò. Infine si misero in giro i carabinieri e le camicie nere che ponevano il dilemma: "o il ragazzo si presenta o vengono arrestati i genitori". Di fronte alla minaccia della fucilazione, anche Lino cede e decide di presentarsi al distretto militare dove, tuttavia, viene riformato e così è libero di muoversi, senza timore di essere catturato. Non manca nel diario la presenza di una figura femminile torbidamente centrale nella vicenda di Lino . Nora Licia Naldi, una sua coetanea di origine bolognese, la quale , dopo aver soggiornato per un periodo a casa Camonico, diventerà l'amante del tenente Alfredo Perillo, figura rilevante del nazifascismo bassanese e si trasformerà in una delle più solerti ed implacabili inquisitrici e delatrici della città. Nel giugno del 1944, saputo dell'arresto di alcuni suoi amici, Lino decide di andare in montagna dove assume il nome di battaglia di Medoro . Qui si occupa soprattutto di curare i compagni feriti fino ai giorni del rastrellamento, del Grappa.
L'epilogo della vicenda è quello tragico che ha visto tra le vie di Bassano, impiccati, i martiri della resistenza. Di Lino Camonico ci restano tuttavia le parole che scrisse nel suo diario nel novembre del 1943: «Di tanto in tanto, tolgo lo sguardo dalla pagina e mi metto a pensare. Penso al mondo migliore che sorgerà dal sangue e dalle rovine di questa guerra, agli uomini migliori affratellati dal vincolo comune di giustizia e di libertà».

venerdì 4 novembre 2011

Fright night. Il vampiro della porta accanto


Fedele allo spirito dell'originale Ammazavampiri di Tom Holland (1985) questo remake diretto da Craig Gillespie si lascia vedere con piacere azzeccando il giusto mix tra risata e tensione. Nessuna presunzione di voler lanciare messaggi impegnati o di toccare le coscienze con profonde meditazioni sull'uomo e sul suo destino, ma la coscienza a posto di chi vuole solo intrattenere. Quindi pazienza se la storia, lo sviluppo e l'esito sono piuttosto scontati, d'altronde non di sola originalità vive il cinema . Questa saga vampiresca è ambientata in una minuscola e anonima cittadina del Nevada, vicino a Las Vegas. Charlie è un ragazzo fortunato, ha una splendida ragazza , una buona famiglia alle spalle e a scuola è molto popolare. Ma le cose iniziano a cambiare quando nella casa accanto alla sua andrà ad abitare una strana persona che sembra essere in tutto e per tutto simile a un vampiro. Charlie scopre infatti che di notte miete vittime tra gli abitanti del vicinato e decide di fermarlo. Lo spettatore viene coinvolto così in un gioco d'ansia frenetica e strozzafiato. Fright Night, il vampiro della porta accanto è una gustosa commedia horror che sa tenere lo spettatore in ansia per gran parte del tempo ma  riesce anche a far sorridere e divertire , inoltre, cosa più unica che rara, è un remake che , senza molte pretese, riesce a non far rimpiangere l'originale