lunedì 30 settembre 2013

Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde


«Dicono che i grandi eventi dell'umanità si svolgono nello spirito. Ed è nello spirito,solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell'umanità.»

Cosa veramente guadagna un uomo se conquista la vita eterna ma perde la propria anima? Questo è il dilemma principale che ci propone il Ritratto di Dorian Gray .  Siamo a Londra verso la fine dell'Ottocento, in un  laboratorio artistico un bellissimo giovane di nome Dorian Gray posa per un ritratto del pittore Basil Hallward . Una volta terminato, questo quadro contiene più di ciò che sembra, diventa infatti lo specchio dell'anima del ragazzo. Per uno strano sortilegio mentre Dorian rimane sempre piacente e giovane col passare degli anni , l'immagine del ritratto  di giorno in giorno invecchia accumulando su di sé tutte le rughe che non si vedono nel volto del giovane.  Così mentre nel viso di  Dorian Gray dimora tutto il candore dell'innocenza, in realtà  egli scende un po' alla volta in una spirale di depravazione  . Dorian infatti assume come principio regolatore della propria vita non i valori morali, il bene o il male, il giusto o l'ingiusto, ma esclusivamente il bello e proprio questo scollamento tra etica ed estetica sarà la causa della sua rovina . Rileggendo il Ritratto di Dorian Gray non si fa  fatica a capire perché il libro provocò grande scandalo nella società vittoriana dell'epoca.  La Londra delle fumerie d'oppio, dove si poteva comprare l'oblio, dove la vergogna dei peccati trascorsi poteva essere cancellata con la follia di nuovi peccati viene descritta in maniera minuta e dettagliata .
 Come ci ricorda Oscar Wilde, nella prefazione «ogni eccesso, così come ogni rinunzia, reca il proprio castigo». Non vi è infatti  redenzione nel romanzo, Lord Henry Wotton, spettatore della commedia, ne rimarrà ferito profondamente ; il pittore Basil Hallward, morirà per mano stessa della persona che lui venerava di più cioè Dorian Gray ; Dorian Gray, che abbandona lo spirito per il piacere, finirà per assassinare la propria coscienza. 
Il Ritratto di Dorian Gray è senza dubbio un'opera imperdibile : tutti i peccati del mondo passano in rassegna, in una sfilata terrificante e silenziosa. Lo stile è quello inconfondibile e curiosamente prezioso di Wilde. La vita dei sensi, tramite la sua penna, diventa filosofia mistica ed è difficile comprendere se ciò che si legge sia frutto delle fantasie estatiche di un qualche santo o delle confessioni morbose di un peccatore. Al lettore non resta che adagiarsi ed osservare rapito l'eccezionale ferrea logica delle passioni, la variopinta e commossa vita dell'intelletto e seguire entrambi, in un vortice di eventi, fino a giungere nel punto in cui tutto si ritrova, si riunisce e svanisce.