martedì 28 ottobre 2014

Il giovane favoloso di Mario Martone


E' facile raccontare la biografia , i fatti che hanno caratterizzato la vita di un filosofo o di un artista i suoi amici, gli incontri , le difficoltà , ma non è semplice le filmare l'anima di un poeta. Quando il poeta si chiama Giacomo Leopardi poi tutto diventa più complesso e difficile . Dopo aver visto il film di Mario Martone Il giovane favoloso si esce dalla sala con una serie di domande che rimangono lì, sospese in aria senza approdare ad una risposta certa. Chi era veramente Giacomo Leopardi? Un ribelle che non sapeva e non voleva adeguarsi alle idee correnti del suo tempo oppure solamente un giovane disilluso ? Un ragazzo solitario ripiegato su se stesso e privo di amicizie vere e profonde oppure un combattivo poeta maledetto ? Il nichilismo leopardiano la sua convinzione profonda e radicata che l'esistenza dell'uomo non ha come fine la felicità, ma il nulla e che al nulla tutti noi ritorneremo, espressa con una trasparenza e chiarezza di linguaggio ineguagliabile, è stata la caratteristica fondamentale del suo pensiero ma anche, per lungo tempo, un peso insormontabile nella comprensione dell'uomo Leopardi . Il film, recitato e costruito in maniera impeccabile, ci ripropone un Leopardi che va oltre le semplificazioni scolastiche , un personaggio vivo che è profondamente conscio della sua fragilità ma anche della sua forza. Non importa se a scuola l'abbiamo studiato male oppure non l'abbiamo apprezzato affatto, non importa se non ricordiamo più le sue poesie , quello che possiamo fare dopo aver visto il film è riappropriarci dell'uomo e rivederlo sotto un diverso punto di vista. Non ritengo sia casuale la scelta pubblicitaria di raffigurare sul manifesto del film il volto di Leopardi rovesciato. A mio parere l'operazione compiuta dal regista e dagli sceneggiatori è espressa molto bene in questa immagine . Passare dalla scolastica convinzione che il poeta di Recanati sia stato un uomo pessimista cupo noioso alla comprensione di un Leopardi vivo pulsante capace di sentire e di vedere e apprezzare la vita nei suoi più diversi aspetti. Ecco perchè il regista insiste sulla passione giovanile per Teresa Fattorini o su quella matura per Fanny , sui vagabondaggi lungo le strade di una Napoli ormai succube del colera durante in quali il poeta si innamora della gente dei quartieri popolari: degli scugnizzi, delle prostitute, delle taverne, dei bicchieri di vino, sino ad arrivare ad un accenno alla latente omossessualità del poeta . Alla fine della proiezione si deve ammettere che l'operazione messa in atto dal regista è riuscita alla perfezione, il ritratto dell'uomo appare con tutta la sua evidenza e definito in caratteri chiari e precisi . Però si deve confessare che per capire davvero Leopardi forse bisogna leggere Leopardi. Quante domande ci pongono i suoi testi, quante questioni lasciano aperte, quante riflessioni e meditazioni sulla vita e sul suo senso profondo. Nel film di tutte queste domande in fin dei conti non ne resta nemmeno una .