E' facile raccontare la biografia , i
fatti che hanno caratterizzato la vita di un filosofo o di un artista i suoi amici,
gli incontri , le difficoltà , ma non è semplice le filmare l'anima
di un poeta. Quando il poeta si chiama Giacomo Leopardi poi tutto
diventa più complesso e difficile . Dopo aver visto il film di Mario
Martone Il giovane favoloso si esce dalla sala con una serie di
domande che rimangono lì, sospese in aria senza approdare ad una
risposta certa. Chi era veramente Giacomo Leopardi? Un ribelle che
non sapeva e non voleva adeguarsi alle idee correnti del suo tempo
oppure solamente un giovane disilluso ? Un ragazzo solitario
ripiegato su se stesso e privo di amicizie vere e profonde oppure un
combattivo poeta maledetto ? Il nichilismo leopardiano la sua
convinzione profonda e radicata che l'esistenza dell'uomo non ha come
fine la felicità, ma il nulla e che al nulla tutti noi ritorneremo,
espressa con una trasparenza e chiarezza di linguaggio
ineguagliabile, è stata la caratteristica fondamentale del suo
pensiero ma anche, per lungo tempo, un peso insormontabile nella
comprensione dell'uomo Leopardi . Il film, recitato e costruito in
maniera impeccabile, ci ripropone un Leopardi che va oltre le
semplificazioni scolastiche , un personaggio vivo che è
profondamente conscio della sua fragilità ma anche della sua forza.
Non importa se a scuola l'abbiamo studiato male oppure non l'abbiamo
apprezzato affatto, non importa se non ricordiamo più le sue poesie
, quello che possiamo fare dopo aver visto il film è riappropriarci
dell'uomo e rivederlo sotto un diverso punto di vista. Non ritengo
sia casuale la scelta pubblicitaria di raffigurare sul manifesto del
film il volto di Leopardi rovesciato. A mio parere l'operazione
compiuta dal regista e dagli sceneggiatori è espressa molto bene in
questa immagine . Passare dalla scolastica convinzione che il poeta
di Recanati sia stato un uomo pessimista cupo noioso alla
comprensione di un Leopardi vivo pulsante capace di sentire e di
vedere e apprezzare la vita nei suoi più diversi aspetti. Ecco
perchè il regista insiste sulla passione giovanile per Teresa
Fattorini o su quella matura per Fanny , sui vagabondaggi lungo le
strade di una Napoli ormai succube del colera durante in quali il
poeta si innamora della gente dei quartieri popolari: degli
scugnizzi, delle prostitute, delle taverne, dei bicchieri di vino,
sino ad arrivare ad un accenno alla latente omossessualità del poeta
. Alla fine della proiezione si deve ammettere che l'operazione messa
in atto dal regista è riuscita alla perfezione, il ritratto dell'uomo appare con tutta la sua evidenza e definito in caratteri chiari e precisi . Però si deve
confessare che per capire davvero Leopardi forse bisogna leggere
Leopardi. Quante domande ci pongono i suoi testi, quante questioni
lasciano aperte, quante riflessioni e meditazioni sulla vita e sul
suo senso profondo. Nel film di tutte queste domande in fin dei
conti non ne resta nemmeno una .