Il grande ritorno d'interesse nei confronti di artisti dei graffiti si deve allo strabiliante sviluppo sociale del fenomeno nel corso degli anni '90: il graffitismo sbarca in Europa per poi dilagare velocemente negli altri continenti, prosperando energicamente in ogni angolo del pianeta e rivelandosi come fenomeno sociale e culturale di massa. Si delinea in questi anni la nuova tendenza stilistica del graffiti-logo: artisti sostituiscono le scritte enigmatiche con decorazioni figurative, veri e propri personaggi o illustrazioni di oggetti, che vengono riprodotti in modo seriale sui muri delle città. La tendenza graffiti-logo evolverà velocemente nelle prime esperienze di Street art, termine con il quale oggi si definisce qualsiasi gesto artistico compiuto in spazi pubblici. I primi ad accorgersi dell'enorme potenziale economico di questa cultura sono i pubblicitari e gli studi grafici: molti Street artists si formano come grafici, avvantaggiati rispetto ai colleghi dall'aver sperimentato e maturato linguaggi visivi nuovi, forti e impattanti. Il loro modo si impone nella pubblicità e diventa di moda.
La Street art è da sempre accomunata ai graffiti, ma a differenza del writing , non è vincolata all'uso di spray e allo studio del lettering. Si riscontra anche una diversità di tematiche, in quanto la street art è basata su un pensiero più sociale e politico, e tende a creare un dialogo con le persone e ad analizzare ideali o fantasie intimistiche dell'artista. In alcuni casi inoltre, la Street Art non distrugge o copre l'ambiente preesistente, ma lo integra con installazioni.
L'interesse pubblico per questa "arte di strada" è esploso intorno al 2000, grazie anche agli stencil di Banksy. Nonostante la fama ormai mondiale, è inspiegabile come questo artista sia riuscito a mantenere l'anonimato. Di certo si sa solo che è originario di Bristol, città dove appaiono i suoi primi lavori. Il primo contatto tra Banksy e i graffiti avviene nel 1995. Le opere di Banksy sono quasi sempre a sfondo satirico, incentrate su temi come la politica, l'etica e la guerra. Molto spesso i suoi lavori denunciano le multinazionali e le industrie. L'artista predilige la tecnica dello Stencil. Il messaggio solitamente espresso è anti-militarista, anti-capitalistico, anti-istituzionale. I suoi lavori di provocazione urbana, lo hanno reso un’artista ormai famoso non solo nell’ambiente underground. Sono ormai famosi in tutto il mondo i suoi Stencil di Rats (topi). Il soggetto dei topi è stato scelto in quanto odiati, cacciati e perseguitati, eppure capaci di mettere in ginocchio intere civiltà, identificazione tra rats e writers. Nonostante la sua fama ormai mondiale e il pieno riconoscimento dei suoi lavori come opere d'arte, uno dei suoi più famosi murales, è stato recentemente rimosso: il suo valore stimato si aggirava intorno ai 400 mila euro. Questo fatto, dimostra come ancora la nostra società non sia pronta ad accettare quella che può essere a tutti gli effetti considerata l'arte del presente prima di definire un oggetto "bello" bisogna accettarne le caratteristiche linguistiche, per questo ciò che è nuovo e quindi non ancora presente nell'immaginario collettivo, non viene ritenuto esteticamente positivo.
Shepard Fairey, più conosciuto come Obey, ci propone delle immagini dallo stile urbano che si contraddistinguono dalla massa per i riferimenti alle icone più famose e per le tecniche svariate che utilizza: dallo stencil alla pittura, dagli sticker al collage. Ma è soprattutto l’esercizio visivo e intellettuale estremamente raffinato e pieno di humour alla base della sua ricerca che ha intrigato e provocato più di un passante e oggi suscita non pochi interessi nell’ambito della critica e del collezionismo più attento. Affascinante e brillante Obey ci spiega, in maniera appassionata, come l’obiettivo della sua ricerca artistica è condurre la gente ‘prima a pensare e poi a reagire’, non il contrario, come spesso è accaduto.
Lo street artist Space Invader inizia la sua opera a Parigi nel 1998 dando origine ad un progetto artistico su "scala globale". L'artista realizza dei piccoli mosaici utilizzando piccole piastrelle colorate che riprendono le forme degli alieni presenti nel videogioco. I mosaici vengono realizzati in laboratorio dopodiché Space invader li porta con sé e una volta scelta la città si munisce di mappa ed impiega almeno una settimana per collocarli. I luoghi nei quali vengono collocati questi mosaici non sono casuali ma sono scelti in base a diversi criteri tra cui l'estetica, la posizione strategica, la bassa o alta frequentazione di persone. A Montpellier per esempio la collocazione dei mosaici è stata scelta in modo tale da formare l'immagine gigantesca di un invasore spaziale una volta riportate sulla mappa la posizione delle singole installazioni.
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