sabato 3 marzo 2012

Intervista a Napoleone Bonaparte

Maestà, sono passati circa 182 anni dalla sua morte. Si interessa ancora alle umane vicende, da lassù?
 Certamente, uno sguardo all’umanità in notevole degrado lo rivolgo sempre. Noto con piacere che i ragazzi mi maledicono circa una decina di volte al giorno perché costretti ad imparare a memoria date e vicissitudini della mia breve vita su questa terra, ma noto con altrettanto piacere che nessuno riesce ad uguagliare le mie doti da condottiero, pochi uomini potenti ambiscono farlo ma senza alcun risultato!
 A proposito, ma esattamente dove si trova, in paradiso dove la vorrebbero i suoi ammiratori o all’inferno dove la immaginano i suoi nemici d’un tempo?
 Purtroppo il creatore non mi ha riservato un posto molto favorevole. Sono costretto a camminare ininterrottamente in un posto in cui il giorno e la notte non esistono, non so dove mi trovo e la gente è ostile! Il mio cavallo bianco purtroppo non è con me, non so cosa ne è stato di lui ma sicuramente mi farebbe piacere avere al mio fianco l’unico vero amico che forse ho avuto!
 Lo credo bene. In effetti ai suoi tempi c’è chi non esitò a definirla un tiranno Allora perché ce l’avevano tanto con lei?
 Dicevano che io amassi solo il potere e la gloria, che della mia popolazione mi importasse ben poco. Dicono che abbia derubato l’Italia delle sue opere d’arte più importanti e delle sue ricchezze storiche e patrimoniali, i maligni inoltre dicono che una volta divenuto imperatore dei francesi, quando infine sono caduto ho lasciato la Francia più piccola di come l’avevo trovata. Menzogne! dal mio punto di vista  più insignificanti delle stesse persone da cui le sentirete.
 Però ammetterà che il suo progresso si è diffuso sulla punta delle baionette.
 Ho fatto ciò che andava fatto!
 Ecco, parliamo un momento del modo in cui andò al potere; fu un colpo di Stato, non potrà negarlo.
Iniziai a farmi notare organizzando la riconquista del porto di Tolone (che si era riconsegnato agli inglesi). In seguito Barras mi affidò la repressione dell'insurrezione monarchica scoppiata il 5 ottobre 1795 e fu proprio questo servizio reso alla Convenzione termidoriana che mi valse il comando dell'armata di Italia che, benchè poco numerosa e male equipaggiata, riuscì a conseguire una serie di strabilianti successi nella vostra penisola, Il 18 fruttidoro 1797, in seguito alla vittoria della destra monarchica, mi coalizzai con Barras e gli altri membri repubblicani del Direttorio per attuare un colpo di Stato. In seguito, il 18 brumaio 1799, in seguito alla rovina del Direttorio, fu organizzato un altro colpo di stato militare, sempre con il mio accordo ovviamente. I pieni poteri furono affidati a tre consoli, Ducos, Sieyes e a me, che realizzai così la mia ascesa al potere. Ogni volta mi commuovo nel raccontare la mia gloriosa vita, sono soddisfatto, appagato dal mio passato!
 Che ricordo ha del suo esilio all’isola d’Elba?
 ​Ero distante dalla mia famiglia e quindi se mi chiede quale ricordo ho di quel posto non posso far altro che abbassare lo sguardo ricordandolo con rammarico, mi sembra che sia ancora vivo in me  il senso di solitudine che provavo. Mi sentivo un granello di sabbia su una spiaggia, un uomo solo e abbandonato di cui a nessuno importava un granchè, dovevo tornare nella mia terra perché all’umanità avevo ancora tanto da dare! Distante da casa mia però avevo ritrovato me stesso, un Napoleone diverso,  sensibile e vulnerabile che la domenica sera stava volentieri davanti al caminetto di casa sorseggiando una buona tisana.
 Non le sarebbe convenuto finire i suoi giorni all’Elba?
 Forse sì, ma non amo i verbi al condizionale, quel che ho fatto ho fatto e sinceramente penso che la mia carriera come è iniziata con un’impresa con tale impresa doveva finire!
 C’è qualche cittadino dell’isola d’Elba che a distanza di quasi due secoli ricorda con affetto?
 L’artigiano Giuseppe Legnoso. Mi ricordo benissimo di quell’uomo, lo porto nel mio cuore come un fratello! Non conosceva il mio nome, ma mi ha trasportato nel suo mondo, mi ha insegnato l’arte del falegname, mi ha portato nella sua bottega facendomi conoscere i clienti abituali con cui trascorreva le domeniche pescavamo insieme nel laghetto vicino a casa conversando. E’ uno dei pochi amici sinceri che nella mia vita posso dire d’aver incontrato.
 L’Europa di oggi è molto cambiata rispetto ai suoi tempi. Come vede l’Europa adesso?
 Poche parole posso dire sull’Europa di adesso. Il mondo sembra girare al contrario, le persone che sono al potere non svolgono il loro lavoro come dovrebbero. Se ci fossi io  sarebbe tutt’altra storia, le cose andrebbero per il verso giusto e il popolo non avrebbe continuamente così tanto da ridire sul governo, credo.

Eleonora Marostica

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