venerdì 21 dicembre 2012

UN’ASSOLATA GIORNATA ESTIVA





Era luglio ed io ero in vacanza con la mia famiglia a Roseto degli Abruzzi. Quella mattina mi ero svegliata presto perché avevo voglia di andare in spiaggia da sola. Fortunatamente l’appartamento che avevamo affittato era molto vicino al mare quindi non ci misi molto a raggiungere la mia meta. Arrivai al mio ombrellone solo dopo averlo cercato per cinque minuti buoni. Era lo stesso ombrellone che usavamo già da una settimana eppure non riuscivo mai a trovarlo. Sistemai l’asciugamano sul lettino da sole e mi sdraiai. Per un istante rimasi immobile e mi guardai attorno. Vedevo il mare, così immenso, un’enorme distesa di sola acqua. Osservai attentamente l’orizzonte, quella sottile linea che divide il cielo dal mare. Quella sottile linea che per me separa la realtà dai sogni. Quella sottile linea che avevo voglia di raggiungere, ma era impossibile quindi smisi di fantasticare. Poi chiusi gli occhi e provai invece a concentrarmi sui suoni che potevo cogliere. Non sentivo nulla. La spiaggia a quell'ora era deserta, dopotutto erano le sei di mattina. Eppure a me piaceva quel silenzio, mi piaceva stare da sola . Ascoltavo il verso dei gabbiani che volavano alti nel cielo ed erano in spiaggia certamente da più tempo di me, il rumore delle onde. Quanto era bello. Era così tranquillizzante. Mi misi ad ascoltarlo e lentamente mi addormentai. 
Mi svegliai due ore dopo quando ormai i miei genitori e purtroppo anche il mio adorato fratellino erano arrivati. E lì terminava il mio momento di tranquillità. Mio fratello incominciò a stressarmi chiedendomi di andare a fare il bagno, mia madre insisteva perché mi mettessi la crema solare e mio padre si lamentava perché voleva il mio lettino da sole. Non ce la facevo più. Presi e me ne andai. Nessuno si preoccupò di seguirmi. Incominciai a camminare lungo la riva, dove riuscivo a bagnarmi i piedi con l’acqua. A un certo punto mi ritrovai davanti ad un castello di sabbia bellissimo, costruito forse il giorno prima e forse troppo vicino all'acqua. Non feci in tempo ad avvicinarmi che un’onda più forte delle altre lo sommerse distruggendolo. Mi accorsi che c’era un bambino che piangeva vicino al castello, o più che altro quel che ne restava. Mi dispiaceva. Avrei voluto aiutarlo. Poi però arrivò sua madre che, dopo avergli asciugato le lacrime, lo aiutò a ricostruire il castello. È così purtroppo. Le cose belle non durano per sempre. Niente dura per sempre. Quando pensi di essere riuscito a realizzare i tuoi progetti e di essere felice arriva la delusione però puoi stare certo che poi arriva anche qualcuno pronto ad aiutarti a ricominciare. 
Ormai si era fatto tardi ed era ora di tornare in dietro. Stavo per incamminarmi quando mi accorsi che il sole stava tramontando. Guardando quello spettacolo magnifico non so perché mi sentii sollevata da ogni problema. Mi sentii finalmente felice e in pace con me stessa. 

Alessia Framba

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