domenica 20 gennaio 2013

"Rojo" di Giorgio Canali e i Rossofuoco



Ogni volta che ascolto Giorgio Canali, probabilmente l’ultimo rocker che ci sia rimasto (altro che quelli da Festivalbar e adunate oceaniche), penso a un uomo che è passato attraverso tutte le cadute e resurrezioni, che ha superato la caduta del Muro di Berlino , dell’Urss, del Socialismo, che ha visto morire le ideologie, le idee giù giù fino alla morte del pensiero tout-court. Ecco Giorgio Canali ha visto tutto questo, e il suo viso di cinquantenne ne porta i segni ma lo spirito no, quello ancora ruggisce dentro e fuori. Quando ascolti un disco come “Rojo” riesci finalmente a riconciliarti con la banalità di tanta musica italiana festivaliera o canzonettistica che si ascolta in radio o in televisione in questi anni così grigi e deprimenti dal punto di vista dell'evoluzione del pensiero musicale, e non solamente di quello . Le canzoni sono qualcosa di più che semplici melodie da fischiettare mentre si guida un'auto o sotto la doccia , c'è dietro qualcosa di più, qualcosa di diverso: un pensiero. Quella  una rabbia e quella  voglia di cambiare che solo il rock riesce ad esprimere in maniera così efficace e potente . “Rojo” ti entra sotto la pelle , si imprime nel sangue come una ferita e nel medesimo tempo ti tocca il pensiero e ti impone il dovere  di meditare . Un disco fatto di malinconie e di rabbie, di ricordi e di voglia di bestemmiare contro una società omologante squallida e teledipendente , un disco contro l'idiotismo di massa e i suoi interessati cantori e tutori che sfoggia un sound rock  sontuoso come non si sentiva da tempo in un disco italiano, con una batteria potente e ritmata e le chitarre la fanno da padrone delineando atmosfere ora soffici e leggere ora dure ed arrabbiate
Registrato a Bassano del Grappa con il supporto di Stewie dal Col e di Marco Greco alle chitarre , di Luca Martelli alla batteria, e Giovanni Fanelli , al basso il cd prende il volo già dalla canzone iniziale: “Regola #1” che esprime la voglia di ribellarsi ma anche la consapevolezza che ogni ribellione viene in qualche modo omologata dal sistema e ridotta a puro spot pubblicitario Il pezzo dà in qualche modo il tono al lavoro che accende poi ulteriori micce con “Morire di noja” e “Sai dove” , invettive di taglio rock di un uomo senza peli sulla lingua. Certo non sarà una canzonetta a cambiare il mondo , ma il fatto che un autore si preoccupi di far riflettere e cerchi di scuotere il pubblico dal suo torpore sembra già una cosa positiva . Non manca poi il lato romantico , ballate di sapore dylaniano come a bellissima “Controvento” che racconta un viaggio in auto dal sapore malinconico e nostalgico oppure “La solita tempesta” con la partecipazione di Angela Baraldi.
"Rojo" è un disco  a suo modo rivoluzionario,  con un titolo secco, conciso, quattro lettere, R-O-J-O, rosso, come il fuoco, come il sangue, come la rabbia, come l'amore: non poteva esserci scelta migliore per contenere il capolavoro personale di Giorgio Canali, che così realizza il disco rock quasi perfetto: prendano appunti tutti i Ligabue i Vasco e i Negramaro del mondo.
Mauro Peruzzo


                                                  "La solita tempesta"  dall'album "Rojo"

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