mercoledì 20 febbraio 2013

La migliore offerta di Giuseppe Tornatore



È possibile districarsi nelle maglie di un amore tra verità e bugia, tra realtà supposta e immaginata nel modo in cui ci si può aggirare nel mercato dell'arte distinguendo un'opera vera da una falsa? La risposta a questa domanda la potete trovare nell'ultimo film di Giuseppe Tornatore La migliore offerta. L'opera ambientata nel mondo delle aste è in realtà un giallo metafisico, un thriller senza omicidio dominato tuttavia dalla suspense e dal mistero. Protagonista della pellicola è Virgil Oldman, un raffinato intenditore d'arte , quasi un visionario. Concentrandosi con una naturalezza disarmante sui piccoli dettagli, Virgil riesce a stabilire non solo l’autenticità di un quadro, ma anche il suo valore. D'altronde in questo consiste il suo lavoro: valutare: quadri, sculture, ricche ville e via discorrendo; il suo è un occhio oltremodo allenato per carpire ciò che a chiunque altro sfuggirebbe. Il suo incontro con Claire, una giovane donna che ha ereditato una antica villa con molti oggetti d'arte e che lo incarica di vendere all'incanto il suo patrimonio, cambierà tuttavia radicalmente la sua vita . Claire è una donna alquanto misteriosa Virgil , pur avendo continui contatti con lei per questioni di lavoro non riesce mai a vederla in faccia. L'alone di mistero che la circonda incuriosisce l'anziano battitore d'aste e si trasforma lentamente ma inesorabilmente prima in un'ossessione , poi in una specie di amore, infine in una passione che man mano divampa. Lui e Claire diventeranno amanti, ma se Virgil è in grado di distinguere con facilità un'opera d'arte vera da una falsa nella sua professione, non è in grado di fare altrettanto nella sua vita. Claire ordisce con la pazienza di chi costruisce una sottile ragnatela un meccanismo perverso che si rivolgerà a danno della vita del povero Virgil sconvolgendola definitivamente.
Il tema evidente del film è da ricercarsi nella questione del doppio, nel tema dell'ambiguo rapporto tra vero e falso . Nulla è nella pellicola ciò che appare , tutti si occultano, travisano la loro realtà dietro a qualcosa . Chi si nasconde dietro a una parete, chi dietro a una maschera, chi dietro ai dipinti che tanto ama, ognuno dei personaggi, consapevole o meno, finisce con l’essere altro rispetto a ciò che dà a vedere. E' qui che il tema dell'ambiguo e del doppio, tipico del giallo si fonde con quello dell'Amore e con quello dell'Arte. Sia Arte che Amore sono in fin dei conti delle finzioni, delle falsificazioni della realtà che noi mettiamo in atto per raccontarci a noi stessi e agli altri o per descrivere il mondo che ci circonda. Una questione  senza dubbio affascinante che sembra ripercorrere non solo la carriera di Tornatore, penso a film come Una pura formalità oppure La sconosciuta , ma anche la letteratura italiana di questi anni. L'ultimo romanzo di Umberto Eco, Il cimitero di Praga affrontava infatti proprio la questione del rapporto tra vero e falso e la loro indistricabile confusione nella vita degli uomini. In L'ultima offerta tutti rappresentano a loro modo, chi più chi meno, un seppur minuscolo ingranaggio di quell'automa che è apparentemente la verità. L'automa di cui un po' per volta Virgili porta i pezzi al suo amico Robert che si dà da fare per ricostruirne il'originale aspetto, non è che una metafora di questa lenta e progressiva costruzione che si dipana per tutto il film fino ad arrivare ad un finale che sorprendentemente smentisce tutte le nostre aspettative sul vero ruolo e i veri sentimenti dei personaggi. 
La migliore offerta è senza dubbio un thriller assai ben costruito, però, temo, assolutamente fuori dal gusto del pubblico medio di oggi , un thriller che cita vertiginosamente moltissimo materiale cinematografico del passato e anche del presente. E' evidente per esempio la citazione del film Hugo Cabret di Martin Scorsese dove la storia della ricerca ossessiva dei pezzi di un antico automa, fornisce un messaggio rivelatore del finale, ma non mancano anche richiami al Fritz Lang di La donna del ritratto e a dei classici di Hitchcock come La donna che visse due volte  .Un film di sospeso e raffinato mistero che piacerà sicuramente a chi ha nostalgia dei gialli e a chi ama il cinema che non indulge negli effetti speciali ostentati. Senza dubbio un prodotto che ha la sacrosanta ambizione di essere un film internazionale, cosmopolita, non provinciale e piccino, riuscendo nei suoi momenti migliori ad esserlo.

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