venerdì 25 ottobre 2013

Led Zeppelin, tra storia e leggenda.


I Led Zeppelin passeranno alla storia per aver contribuito in modo massiccio all'evoluzione della musica rock non inventandosi quasi nulla, ma, anzi, attingendo a piene mani dal repertorio blues degli anni 50 e 60 prima, e dal folk e dalla musica orientale poi. Eppure, il loro è un sound fresco e rivoluzionario e lascerà segni indelebili nel futuro del rock'n'roll.
La storia del gruppo inizia nel 1966 . Dopo alcuni concerti, Jeff Beck (nel ruolo di primo chitarrista) abbandonò gli “Yardbirds” e con questi anche il grande amico Jimmy Page, lasciandolo come unico protagonista del gruppo. Quella band “andava forte”, e gli impegni erano talmente pressanti da costringere anche il batterista e il cantante, rispettivamente Keith Relf e Jim McCarty, ad abbandonare il gruppo nell'estate del 1968. Non potevano più reggere al carico di lavoro, tra concerti e incisioni.
Page, rimasto a quel punto, insieme al bassista, l'unico superstite della band, voleva comunque terminare le ultime date in Scandinavia e cominciò a cercare dei sostituti.
La sua prima scelta fu un certo Terry Reid (il solo cantante che all'epoca il chitarrista conoscesse), il quale declinò l'invito, e a sua volta consigliò un giovane di Birmingham: Robert Plant.
I due riuscirono a mettersi in contatto, e Jimmy andò a vedere Robert ad un concerto in un college. I due parlarono e Page ospitò Plant per due notti. Il cantante sembrava essere molto interessato alla proposta di Page. Fu così che si misero a cercare un batterista e la scelta cadde su  John Bonham, il quale fu strappato dalla “Band Of Joy” (nella quale aveva cantato anche Plant).
Il chitarrista decise di cambiare anche il bassista, Chris Dreja, con il fenomenale polistrumentista John Paul Jones, che aveva contribuito alla creazione della sessione degli archi in una canzone della ex band di Beck.
I quattro si incontrarono per suonare insieme la prima volta il 5 agosto del 1968 in una stanzetta sotto ad un negozio di dischi a Londra e tramite un comunicato stampa, lo stesso giorno annunciarono la nascita dei “New Yardbirds”.
La formazione, dopo aver terminato il tour in Scandinavia, decise di cambiare il proprio nome. Page voleva rendere l'idea che la sua band avrebbe volato in alto come un dirigibile di piombo, ovvero un “Led Zeppelin”.
Il loro disco d'esordio, Led Zeppelin I (o come molti lo chiamano “Il primo”) uscì nel 1969. In copertina viene raffigurata una ricostruzione dello schianto dello Zeppelin Hindenburg avvenuto il 6 maggio 1937. Quest'immagine è tutt'oggi un emblema della storia del rock: lo schianto rappresenta l'impatto che i quattro ragazzi pensavano di poter avere nel panorama musicale del tempo. Il fuoco, le scintille e le fiamme, rendono un'idea vagamente dettagliata della musica presente in quel disco. In questo LP, i “Led” mescolarono varie sonorità, dal Blues al Metal, al Rock classico. Il risultato fu ottimo.
Il primo pezzo si intitola “Good Times Bad Times” , brano che oggi viene considerato, insieme ad altri, un “marchio di fabbrica” della band inglese.
“Good Times Bad Times” è “accompagnato” da altri brani altrettanto famosi, come “Dazed And Confused” (nel quale Jimmy Page eseguiva un assolo di chitarra elettrica con un archetto da violino, che, nei live, poteva dilungarsi per più di mezz'ora) e “Communication Breakdown” , brano con un' incredibile “forza” al suo interno.
Parlando di dati, il disco rimase primo in classifica nel Regno Unito per 150 settimane. Negli U.S.A. per addirittura 400 settimane.
Sempre nel '69 pubblicarono il loro secondo album, “Led Zeppelin II”, che fu registrato negli spazi di tempo durante il tour del primo disco. Questo LP fece fare il “salto di qualità” agli Zep; la canzone d'apertura si intitola “Whole Lotta Love”, uno dei più grandi tasselli della storia del rock e dell'hard rock. Gli altri brani presenti in quel capolavoro sono “The Lemon Song” dove john Paul Jones esegue un lunghissimo assolo di basso; “Ramble On” e “Hearthbreaker”, che anticipano la penultima traccia, Moby Dick, la canzone dove “Bonzo” (il soprannome di Bonham) esegue un assolo spaventosamente lungo con la sua batteria.
A seguito dell' uscita del disco, la band partì per una tournée. I loro concerti erano incredibili, più di quattro ore di durata; cercavano di dare nuove interpretazioni alle tracce registrate in studio, allungandole e improvvisando su qualsiasi assolo di Page. Insomma, il prezzo del biglietto veniva pagato ben volentieri dai fans.
Dopo il tour, i ragazzi si concedettero un periodo di pausa. I due frontmen (Page e Plant) decisero di trasferirsi con la famiglia in un cottage nel Galles, in mezzo al verde, senza nemmeno elettricità.
Le serate passavano davanti ad un falò, a bere birra e a suonare la chitarra acustica. Proprio in questo periodo i due misero insieme le idee per “Led Zeppelin III”, il disco che uscì il 5 ottobre 1970.
Questo LP riesce a mescolare brani Rock (Celebration Day), Hard (Immigrant Song), Blues (Since I've Been Loving You), a composizioni acustiche o vagamente ispirate alla musica della “West-coast” del tempo (rispettivamente: “Friends” e “Tangerine”).
Il disco riscuote un grande successo, come i primi due, guadagnando un disco d'oro e undici di platino.
Ma inspiegabilmente la stampa li attaccò, asserendo che si trattava di un album “moscio”, senza una spina dorsale; i quattro membri, che avevano già avuto problemi con la stampa in passato e non se la sentivano di sopportare ulteriori critiche, decisero di non intraprendere un altro tour e cominciarono ad incidere il loro quarto disco.
L'8 Novembre 1971 uscì il disco che consacrò i Led Zeppelin nell'Olimpo del Rock; questo disco è riuscito ad ottenere un disco d'oro, 23 dischi di platino e 1 disco di diamante.
Molte sono le leggende che si raccontano riguardo questo LP.
La canzone che apre il vinile è divenuta un classico: “Black Dog”. Troviamo poi “Rock&Roll”, e nel finale del primo lato, “Stairway To Heaven” nella quale Page utilizzava una chitarra della “Gibson”. La EDS-1275, o semplicemente “Double Neck”, perché aveva due manici: uno con 6 corde, con cui suonava l'assolo e l'arpeggio iniziale, ed uno con 12 corde per la parte ritmica. “Misty Mountain Hop”, “Going To California”, e “When The Levee Breaks” sono tre canzoni tanto importanti quanto inquietanti: la prima parla di una retata antidroga, in effetti diversi anni dopo la pubblicazione del disco, Robert Plant si inguaiò con la polizia perché fu scoperto a fumarsi una canna in un parco pubblico e fu il manager della band ad andarlo a liberare.
Il brano “Going To California”, invece, all'inizio descrive un terremoto che deve ancora avvenire. La canzone fu inviata a Los Angeles per rifinire il lavoro di masterizzazione. Lo studio fece un pessimo lavoro e gli “Zep” dovettero andare a Los Angeles per revisionare il tutto. Non appena scesero dall'aereo accadde un fortissimo terremoto. Al momento, la cosa non fu notata dal gruppo, ma a Jimmy Page sembrò una predizione inquietante, e decise di non suonare più la canzone in pubblico.
“When The Levee Breaks” racconta di un'alluvione del Mississipi nel 1927, però se se si vuole ricercare una similitudine con la storia della band, la si può ritrovare nella morte di Bonham, il quale, dopo una vita di eccessi, morì il 25 settembre 1980, soffocato dal proprio vomito. Si racconta che il giorno prima avesse bevuto qualcosa come 40 bicchieri di Vodka bianca.
Il quinto e il sesto LP degli Zeppelin si intitolano rispettivamente “Houses Of The Holy” (1973) e “Physical Graffiti” (1975). Questi riscossero un successo minore rispetto ai precedenti e la critica nuovamente li attaccò.
Nei due album le canzoni rilevanti sono “The Song Remanis The Same”, “The Rain Song”, “D'yer Mak'er”, “No Quarter” e “Kashmir”.
Dopo questi album, vi furono altre composizioni, ma di importanza minore.
Verso la fine degli anni '70 vi furono altre tournée, delle piccole apparizioni e un mini tour in Europa.
Il 4 dicembre 1980, pochi mesi dopo la morte di Bonham, i Led Zeppelin si sciolsero. Il 10 dicembre 2007 si tenne un altro concerto, ma con Jason Bonham (il figlio di Bonzo) alla batteria.
Quando i fans vennero a conoscenza di questa notizia, presero d'assalto i rivenditori, e oltre 20 milioni di utenti intasarono i siti web per procurarsi uno dei 21.000 biglietti disponibili. Fu quindi deciso di assegnare i biglietti tramite un sorteggio nominale.
Nel 2008 la band fu inserita nel Guinness dei primati per la maggior richiesta di biglietti di sempre.
Per concludere si può affermare che i cantanti e i gruppi emersi negli ultimi anni, potrebbero trarre un grande insegnamento da questa band, che lasciò un profondo segno nella storia della musica di tutti i tempi.

Alberto Polo


Cinque libri per conoscere i Led Zeppelin 
Led Zeppelin – Andrea Ian Galli (Editori Riuniti)
Sintetica biografia del gruppo, in grado di dare una prima infarinatura ai neofiti e una rinfrescata ai fan già formati.
La grande rapina ai Led Zeppelin – Jason Buhrmester (Fanucci)
Nel 1973 gli Zeppelin fecero tre concerti al Madison Square Garden di New York. La notte precedente all’ultimo spettacolo qualcuno riuscì a trafugare i 203mila dollari degli incassi: mai si scoprì chi fu il colpevole. Da questo episodio Buhrmester, ha preso spunto per realizzare un romanzo che profuma di rock.
Il martello degli dei. La saga dei Led Zeppelin - Stephen Davis (Arcana)
Trent’anni di carriera riassunti in questo capolavoro biografico, firmato da uno dei più importanti giornalisti musicali statunitensi. Un libro fondamentale per entrare nello spirito e nelle atmosfere della mitica rock band.
Io, Suzy e i Led Zeppelin – Martin Millar (Dalai)
Anche in questo caso un romanzo, che prende spunto dalla biografia di Page e soci. Sullo sfondo del concerto di Glasgow del 1972 si rincorrono le vicende personali di un gruppetto di adolescenti scozzesi:
Dazed and Confused. I testi dei Led Zeppelin (1969-1980) – Claudio Mapelli (Arcana)
Non può mancare la classica raccolta dei testi della band. Claudio Mapelli ce li presenta raccontando anche i retroscena, la poetica, le immagini che evocano, le influenze.

Gli album dei Led Zeppelin
Led Zeppelin I


Led Zeppelin II


Led Zeppelin III


Led Zeppelin


Houses of the holy


Physical graffiti




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