"Ho scoperto di essere ebreo solo stamattina. Entrando in classe, il bidello mi ha indicato il banco, dove avrei dovuto sedermi, lontano dagli altri compagni, e da Paolo, tra tutti il più caro" E' così che Arturo, un personaggio immaginario, narra della storia della situazione dei ragazzi italiani nel 1938.
Questa storia è scritta sotto forma di diario. Arturo riporta le sue esperienze di vita, citando le leggi emanate in quegli anni che man mano trasformano la sua vita e quella della sua
famiglia. Il 10 maggio 1938 Arturo Finzi scopre di essere ebreo. Si presenta come tutti i giorni nella sua scuola, dove frequenta con profitto la IV elementare. Il bidello gli indica un banco, lontano dagli altri compagni, dove dovrà sedersi; arriva poi il direttore che proibisce a tutti, escluso il maestro, di rivolgergli la parola. A quel punto, Arturo non può più socializzare con nessuno a parte con l'amico fidato Paolo, che gli rimane sempre vicino. Il ragazzo, tornando a casa, racconta tutto al padre, avvocato che, forse grazie alla sua professione, riesce a calmare il figlio. A scuola, ai ragazzi intanto continuano a fare il lavaggio del cervello sul fascismo: la creazione della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), la propaganda patriottica, la Giornata Nazionale del risparmio, l'imposizione in tutte le scuole dell'Inno del Balilla. Dopo qualche mese la scuola si finisce, è tutto tranquillo, la famiglia di Arturo e lui stesso sono spensierati fin quando non viene data l'ufficialità dell'entrata ufficiale delle leggi razziali (Norinberga). E' chiaro, che la situazione sta peggiorando. Per tal motivo, il padre di Arturo decide di trasferirsi a Roma dallo zio. A settembre, Arturo e sua sorella iniziano a frequentare una scuola ebraica a Roma, suo zio viene licenziato, suo padre non può più esercitare la professione di avvocato e trova un posto da portinaio, mentre sua madre, dopo anni di inattività, ricomincia a fare la sarta. Arturo inizia a prendere lezioni di piano e conosce Giulia, una dolce ragazza che diventerà il suo primo amore. Sullo sfondo c'è la guerra. Ma il destino è in agguato. Il 16 ottobre 1943 c'è un rastrellamento tedesco nel quartiere ebraico, 1022 ebrei vengono prelevati, la loro destinazione è Auschwitz. Arturo si salva nascondendosi in soffitta, ma quando scopre che la sua famiglia è stata portata via, decide di unirsi a loro per cercare di salvarli. Dei 1022 ebrei prelevati, solo 15 di essi tornarono a casa. Arturo Finzi non era
tra di loro. Questa è una storia completa di un ragazzo 14enne, che vive con la paura, anche se Giulia, il suo primo amore, scioglie un po' questo stato di turbamento. Frediano Sessi, l'autore, è nato a Mantova nel 1949, è narratore, saggista, traduttore. Ha scritto diversi libri ed ha scritto saggi sulla persecuzione degli ebrei durante il nazismo. Ha curato l'edizione definitiva del diario di Anna Frank. Con "Ultima fermata: Auschwitz" ha vinto nel 1997 il premio "Un libro per la testa", Suzzara.
Questa storia è scritta sotto forma di diario. Arturo riporta le sue esperienze di vita, citando le leggi emanate in quegli anni che man mano trasformano la sua vita e quella della sua
famiglia. Il 10 maggio 1938 Arturo Finzi scopre di essere ebreo. Si presenta come tutti i giorni nella sua scuola, dove frequenta con profitto la IV elementare. Il bidello gli indica un banco, lontano dagli altri compagni, dove dovrà sedersi; arriva poi il direttore che proibisce a tutti, escluso il maestro, di rivolgergli la parola. A quel punto, Arturo non può più socializzare con nessuno a parte con l'amico fidato Paolo, che gli rimane sempre vicino. Il ragazzo, tornando a casa, racconta tutto al padre, avvocato che, forse grazie alla sua professione, riesce a calmare il figlio. A scuola, ai ragazzi intanto continuano a fare il lavaggio del cervello sul fascismo: la creazione della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), la propaganda patriottica, la Giornata Nazionale del risparmio, l'imposizione in tutte le scuole dell'Inno del Balilla. Dopo qualche mese la scuola si finisce, è tutto tranquillo, la famiglia di Arturo e lui stesso sono spensierati fin quando non viene data l'ufficialità dell'entrata ufficiale delle leggi razziali (Norinberga). E' chiaro, che la situazione sta peggiorando. Per tal motivo, il padre di Arturo decide di trasferirsi a Roma dallo zio. A settembre, Arturo e sua sorella iniziano a frequentare una scuola ebraica a Roma, suo zio viene licenziato, suo padre non può più esercitare la professione di avvocato e trova un posto da portinaio, mentre sua madre, dopo anni di inattività, ricomincia a fare la sarta. Arturo inizia a prendere lezioni di piano e conosce Giulia, una dolce ragazza che diventerà il suo primo amore. Sullo sfondo c'è la guerra. Ma il destino è in agguato. Il 16 ottobre 1943 c'è un rastrellamento tedesco nel quartiere ebraico, 1022 ebrei vengono prelevati, la loro destinazione è Auschwitz. Arturo si salva nascondendosi in soffitta, ma quando scopre che la sua famiglia è stata portata via, decide di unirsi a loro per cercare di salvarli. Dei 1022 ebrei prelevati, solo 15 di essi tornarono a casa. Arturo Finzi non era
tra di loro. Questa è una storia completa di un ragazzo 14enne, che vive con la paura, anche se Giulia, il suo primo amore, scioglie un po' questo stato di turbamento. Frediano Sessi, l'autore, è nato a Mantova nel 1949, è narratore, saggista, traduttore. Ha scritto diversi libri ed ha scritto saggi sulla persecuzione degli ebrei durante il nazismo. Ha curato l'edizione definitiva del diario di Anna Frank. Con "Ultima fermata: Auschwitz" ha vinto nel 1997 il premio "Un libro per la testa", Suzzara.
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