Parliamo oggi di Graffiti, molti ritengono ancora che imbrattare i muri con disegni o scritte sia da considerarsi un imperdonabile atto di vandalismo. In molti casi questo può essere vero, ma bisogna tener presente che scrivere sui muri della città è un'abitudine antica come l'uomo, considerato che sono state trovate scritte anche sui muri di Pompei ,e comunque si deve prestare attenzione a questi fenomeni di cultura urbana perchè ne possono scaturire movimenti artistici di notevole interesse. E' il caso, per esempio, della Graffiti Art. La Graffiti Art inizia negli Stati Uniti e in particolar modo nella città di Philadelphia in Pennsylvania verso la fine degli anni 60, tuttavia il movimento si trasferisce molto presto a New York dove nomi e soprannomi dei graffitisti iniziarono ad apparire sugli edifici , sulle cassette delle poste , sui vagoni delle metropolitane . Nel 1971 , per la prima volta, uno dei più grandi quotidiani del mondo il New York Times, dedicò un articolo a un graffitista che si firmava con il nome di TAKI 183 , utilizzando il numero civico della strada in cui viveva. Nessun writer tra l'inizio degli anni settanta e la fine degli ottanta, avrebbe definito la propria attività come artistica. Writer, scrittori, era questa la definizione che usavano per loro stessi tutti quei ragazzi neri, portoricani o semplicemente newyorkesi che accettarono la sfida di scegliere un nome di fantasia (una firma, tag) e di scriverlo con uno stile migliore degli altri tanto spesso da cambiare il volto della città. Per diversi anni il fenomeno rimase confinato a quella stretta cerchia di adepti . Il mondo dei writer infatti è sempre stato molto autoreferenziale: lo stile delle lettere ornate da facce e da sbarre evolvette presto verso l'illeggibilità, così barocco da risultare comprensibile solo agli altri writer. Si trattava di una intera sottocultura che girava intorno al culto del nome , all'occupazione dello spazio pubblico come mezzo per attirare l'attenzione , alla competizione tra writer basata su parametri assolutamente non artistici come la quantità, la dimensione dei pezzi, la ripetitività ossessiva della propria firma e da ultimo il possesso di uno stile personale. Il mercato dell'arte proprio in quegli anni era assetato di novità e i graffiti rappresentavano a pieno titolo la controcultura, il prodotto delle classi sociali disagiate con pochi mezzi ma una energia dirompente, era difficile perciò non notarli. Il 15 settembre 1973 un gruppo costituito da un centinaio di writer tra cui Phase2, Mico, Coco 144, Flint 707, Bama, Snake, guidati dal sociologo Hugo Martinez tenne la sua prima mostra alla Razor Gallery. Tutti i lavori furono venduti tra i 300 e i 3000 dollari e la mostra fu recensita in modo favorevole dalla stampa e dalla critica che se ne occupò fino al 1975 per poi abbandonare il fenomeno. Questo momento segnò un radicale cambiamento di prospettiva per molti writer che iniziarono a sentirsi qualcosa di più che semplici vandali da strada. L'etichetta che venne usata da quel momento in poi fu quella di “graffiti artist”.


Il decennio che vede l'ascesa di Haring fu lo stesso che vide nascere e bruciare velocemente la figura di Jean Michel Basquiat, associato spesso alla scena dei graffitisti, Basquiat si mise in evidenza nel 1978 scrivendo SAMO (the same old shit) sui muri di Brooklyn, ma diffondere il suo nome non era il suo intento principale, la sua tag siglava spesso brevi poesie, frasi critiche ad effetto. Le sue opere , composizioni tipografiche miste a rozze rappresentazioni anatomiche con uno stile infantile iniziarono presto a essere vendute a cifre rilevanti. Venne così a contatto con Andy Warhol, i due diventarono amici lavorando insieme per una famosa serie di opere . La consacrazione ufficiale arrivò nel 1983 quando fu chiamato assieme a Keith Haring ad esporre alla Biennale del Whitney Museum, aveva solo 22 anni ed era il più giovane artista in mostra. A ventisei anni, tuttavia, Basquiat era già caduto in un abisso di droga e solitudine da cui non si sarebbe più ripreso. Morì il 18 agosto 1987 per un overdose . Nel 1990 moriva anche Keith Haring, vittima dell' AIDS. Era la chiusura definitiva di un'era , quella della graffiti art degli anni ottanta.
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