lunedì 1 agosto 2011

Consigli per l'estate : Ave Mary


Ave Mary, e la Chiesa invento la donna di Michela Murgia pag 170 edizione Einaudi.

Prima di partire per le ferie , mi soffermo a parlare di un libro sicuramente stimolante, non fosse altro per l'argomento che tratta, vale a dire, la condizione femminile e il suo rapporto con la religione cattolica. Michela Murgia è una scrittrice già affermata e conosciuta , nel 2010 il suo romanzo "Accabadora" ha vinto il premio Campiello letteratura, è , inoltre studiosa di teologia e appassionata dei problemi che concernono il nostro rapporto con il divino . Il libro in questione non si può certo considerare un romanzo, quanto piuttosto una libera conversazione , una chiacchierata fatta tra amici che ci permette di conoscere e discutere di argomenti importanti, ma che il nostro mondo moderno tende a rimuovere . Non vorrei con questo impaurire il lettore, l'opera non è affatto difficile o noiosa, in quanto la scrittrice sarda può concedersi il lusso di parlare di religione e allo stesso tempo inserire parallelismi con il giallo, strizzare l'occhio ai cartoni animati , inserire nella trattazione esempi tratti dalla pubblicità, il tutto accompagnato da uno stile così piacevole da arrivare alla fine del libro e avere nostalgia del momento in cui si è iniziato a leggerlo.
In Ave Mary la Murgia sottolinea tutte le incongruenze, gli errori, i giochi politici e teologici della Chiesa cattolica che hanno perpetuato nei secoli una visione della donna atta a mantenerla in una condizione di subalternità sociale se non di vera e propria inferiorità. Il cattolicesimo non ha certo inventato un modello di donna come essere inferiore, sottomesso, ma ne ha legittimato la sua rappresentazione. Una relazione di sottomissione che porta la donna alla subordinazione anche nel caso estremo in cui debba subire violenza.
Tra le molte pagine degne di nota straordinaria  è quella in cui in sintesi  la scrittrice analizza l'immagine della donna nella pubblicità: sempre snella, in forma, slanciata e dinamica, senza mai rughe o capelli bianchi. Le radici di questo pensiero vanno ricercate anche nella dottrina della Chiesa. Se per le gerarchie ecclesiastiche l'anzianità è sinonimo di saggezza, a nessuna donna è concesso di invecchiare ispirando saggezza. L'immagine di Maria, perennemente giovane e bella, è la prima icona che trasmette l'idea che la donna debba essere così , perchè la Madre di Cristo è la donna del sì, di un sì il quale deve essere inteso come la sublimazione di tutti i sì pretesi dalle donne . Il sì al matrimonio , il sì a tutti i rapporti sessuali che desidera lo sposo, il sì alle gravidanze (sempre) e i sì di obbedienza al padre, al fratello, al marito, al prete. "Attraverso la distorta rappresentazione del sì di Maria la Chiesa ha dato a intendere alle mogli e alle figlie che il loro dissenso [...] è in contraddizione con il progetto di salvezza di Dio". Se le donne sovvertono queste regole, dicendo no, possono aspettarsi solo riprovazione sociale e punizioni. In che modo la chiesa abbia usato l'immagine femminile per rafforzare la propria dottrina si può chiaramente avvertire nella disamina che la scrittrice fa dei processi di canonizzazione e santificazione, che rispondono a una logica estremamente stringente e consona ai valori che la dottrina cattolica  intende trasmettere. Per esempio, tra la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione nel 1854 e quello dell'Assunzione di Maria Vergine al cielo nel 1950, si colloca una  raffica di santificazioni di donne "morte di verginità", come Maria Goretti e Antonia Mesina. Un procedimento progressivo di verginizzazione del modello femminile , che si muove in parallelo con la ridefinizione dell'immagine stessa della Madonna . Sparisce l'immagine della Madonna che allatta il suo bambino o lo stringe tra le braccia, viene cioè rimossa la figura  della Madonna donna e madre, e si fa largo un modello angelicato che strappa Maria dal mondo delle donne normali. Allora si diffonde l'icona di Maria con il capo velato e le mani giunte o allargate, il viso sereno da perenne adolescente rivolto verso il cielo .
Ave Mary ci fa scoprire dunque molti aspetti meno immediati ed evidenti della figura di Maria, e parallelamente ci fa comprendere meglio la collocazione della donna nel contesto sociale occidentale intrecciando sapienza e ironia, Sacre Scritture e vita quotidiana, non dando tregua a tutti gli errori che credenti chic e atei devoti hanno  diffuso attraverso la televisione. "Da cristiana dentro la Chiesa avevo patito spesso rappresentazioni limitate e fuorvianti di me come donna" afferma la Murgia in un'intervista. Anche un libro può essere un modo per  fare i conti con se stessi e con le proprie questioni  irrisolte . Da leggere.

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