lunedì 14 novembre 2011

Recensione: E' questa l'ora...

“Cara mamma, io godo di ottima salute, sta tranquilla, cerca di mandarmi il sacco alpino, maglione bianco, camicia di lana, pantaloni a sport e un po' di denaro” Sono le ultime parole che si possono leggere nel diario di Lino Camonico, partigiano e martire del Grappa pubblicato con il con il titolo di “E' questa l'ora...” grazie al lavoro di ricerca storica e alla cura di Francesco Tessarolo. Nato a Bassano nel 1923, dopo aver frequentato il Reale Liceo Ginnasio Brocchi,Camonico si era iscritto alla facoltà di medicina dell'Università di Padova quando la tragedia della guerra si impose con violenza nella sua vita come in quella di molti altri ragazzi di allora . Nei mesi che vanno dall'ottobre del 1943 al giugno dell'anno successivo, Lino notò scrupolosamente in un diario i fatti che successero in quel periodo nel bassanese.Leggere oggi queste pagine fa senza dubbio un certo effetto, ci si trova di fronte uno spaccato della vita di Bassano di quegli anni tristi e bui della guerra. Anni di sospetti, paure, delazioni, ma anche di grandi spinte ideali e di sacrifici personali .Fin dalle prime pagine emerge il clima di sospetto e di diffidenza che aleggiava in quel periodo «Le spie fasciste ti hanno denunciato al comando tedesco . Con questo annuncio i ragazzi mi accolgono al caffè.» scrive Lino in data 7 ottobre 1943. Infatti la prima attività di Lino in seno al movimento antifascista consiste nel diffondere giornali clandestini impregnati di propaganda contro il regime e contro i tedeschi, portare vestiti e viveri ai partigiani che già sono in montagna, un lavoro oscuro , ma importante ,fatto in silenzio e con discrezione cercando di eludere la vigilanza e l'attenzione delle spie e dei delatori. Tuttavia lottare per la giustizia e la libertà non è facile nella Bassano dell'epoca. Tra i momenti più problematici da affrontare per questi giovani partigiani c'è l'opposizione alla chiamata alle armi fatta dalla Repubblica di Salò «Nei primi giorni - scrive Camonico - pochissimi si presentarono, per lo più fascistoni fanatici. Dopo, la resistenza passiva diminuì e il numero delle reclute si ingrossò. Infine si misero in giro i carabinieri e le camicie nere che ponevano il dilemma: "o il ragazzo si presenta o vengono arrestati i genitori". Di fronte alla minaccia della fucilazione, anche Lino cede e decide di presentarsi al distretto militare dove, tuttavia, viene riformato e così è libero di muoversi, senza timore di essere catturato. Non manca nel diario la presenza di una figura femminile torbidamente centrale nella vicenda di Lino . Nora Licia Naldi, una sua coetanea di origine bolognese, la quale , dopo aver soggiornato per un periodo a casa Camonico, diventerà l'amante del tenente Alfredo Perillo, figura rilevante del nazifascismo bassanese e si trasformerà in una delle più solerti ed implacabili inquisitrici e delatrici della città. Nel giugno del 1944, saputo dell'arresto di alcuni suoi amici, Lino decide di andare in montagna dove assume il nome di battaglia di Medoro . Qui si occupa soprattutto di curare i compagni feriti fino ai giorni del rastrellamento, del Grappa.
L'epilogo della vicenda è quello tragico che ha visto tra le vie di Bassano, impiccati, i martiri della resistenza. Di Lino Camonico ci restano tuttavia le parole che scrisse nel suo diario nel novembre del 1943: «Di tanto in tanto, tolgo lo sguardo dalla pagina e mi metto a pensare. Penso al mondo migliore che sorgerà dal sangue e dalle rovine di questa guerra, agli uomini migliori affratellati dal vincolo comune di giustizia e di libertà».

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