martedì 5 marzo 2013

I grandi del Jazz: Charlie Parker


Charlie Parker fu uno dei più importanti sassofonisti della storia del Jazz, la sua tecnica e la sua capacità nel trattare il sassofono influenzò generazioni di musicisti. L'importanza di Charlie Parker fu tale che per anni , dopo la sua morte, parecchi sassofonisti ne imitarono non solo lo stile ma anche gli assoli, studiandoli nota per nota. Charlie Parker nacque a Kansas City nel 1920, della sua giovinezza si conosce molto poco , quando  arrivò sulla scena di New York, nel 1941 aveva già incominciato a sviluppare un suo personalissimo stile improvvisativo caratterizzato da ardite sostituzioni armoniche e da una maggiore attenzione per il ritmo. Questo stile diventerà un vero e proprio linguaggio che sarà in seguito chiamato Bebop. 
Nel 1947 Parker inizia a collaborare con i maggiori musicisti presenti sulla scena, in particolare con il trombettista Dizzy Gillespie. Insieme si trovarono a suonare nella band di Earl Hines, prima e in seguto nell'orchestra di Billy Eckstine, contemporaneamente i due musicisti iniziarono iniziarono a fare serate nei locali della Cinquantaduesima strada. Le incisioni di Billie's Bounce,Ko Ko, Now's the Time, Ornithology rappresentano una vera e propria rivoluzione nel mondo musicale. In particolare Ko Ko viene generalmente considerata la prima registrazione di un brano in stile bebop mai effettuata. 
Purtroppo Parker era tossicodipendente dall'eroina fin dall'adolescenza, e ciò gli causò svariati problemi anche nella professione: spesso mancava di presentarsi ai concerti o veniva licenziato perché si presentava strafatto. Per soddisfare la sua dipendenza, frequentava gli spacciatori di strada impegnò il proprio sassofono varie volte, ed arrivò persino a mendicare per strada quando si trovava a corto di denaro e senza una scrittura. 
Gli effetti dell'assunzione prolungata di sostanze stupefacenti si possono notale nella celebre  registrazione effettuata per la Dial Records il 29 luglio del 1946, durante la quale fornisce evidenti dimostrazioni delle sue cattive condizioni di salute. Tuttavia , pur in pessime condizioni Parker riesce  a incidere una delle improvvisazioni da tutti considerate come una delle perle del suo repertorio:  Lover Man. “Ci fu una lunga introduzione pianistica, che sembrò interminabile, da parte di Jimmy Bunn, che scandiva il tempo in attesa del sassofono. Charlie aveva mancato l'entrata. Con alcune battute di ritardo, finalmente entrò. La sonorità di Charlie si era rinfrancata. Era stridente, piena di angoscia. In essa c'era qualcosa che spezzava il cuore. Le frasi erano strozzate dall'amarezza e dalla frustrazione dei mesi passati in California. Le note che si susseguivano avevano una loro triste, solenne grandiosità. Sembrava che Charlie suonasse con automatismo, non era più un musicista pensante. Quelle erano le dolorose note di un incubo, che venivano da un profondo livello sotterraneo” così raccontò il discografico Ross Russell che era presente a quella celeberrima seduta di incisione. Alla fine della seduta  Parker venne riaccompagnato in albergo, ma poco dopo, dette in escandescenze, e successivamente fu internato nel reparto psichiatrico della casa di cura "Camarillo" 
Uscito dalla casa di cura , inizialmente restò sobrio e "pulito" dalle droghe, procedendo ad incidere alcune delle sue migliori registrazioni in carriera. Quando però lasciò la California, per fare ritorno a New York, ricominciò a fare pesantemente uso di sostanze stupefacenti . Nel 1950 incise accompagnato un disco accompagnato da una grande orchestra d'archi. Fu l'unico successo finanziario di una certa entità che conobbe nella sua carriera .Nel 1953 si  esibì alla Massey Hall di Toronto insieme a un super gruppo composto da Dizzy Gillespie, Charles Mingus, Bud Powell e Max Roach. Sfortunatamente, il concerto coincise con la messa in onda in televisione di un importante match di pugilato e ciò causò uno scarso afflusso di pubblico tuttavia venne registrato e pubblicato su album che diventò subito un classico  con il titolo Jazz at Massey Hall. 
Purtroppo l'eroina e i molti altri eccessi che avevano segnato tutta la sua vita lo uccisero il 12 marzo 1955. Charlie Parker è reputato ancor oggi  uno dei padri fondatori del jazz moderno, fu uno dei musicisti più innovativi e influenti dell'intera storia della musica afro americana.

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