venerdì 2 settembre 2011

Recensioni per le vacanze: Io non ho paura


1978, Acque Traverse. Chissà perchè poi la chiamano Acque Traverse quando l'unico specchio d'acqua che rimane in quel luogo sperduto nelle campagne è una grande pozzanghera piena di fango dal colore nero catrame! Quello che importa però al protagonista di questo romanzo, Michele Amitrano di nove anni, è giocare con il suo piccolo gruppo di amici del paese in serenità. Questa tranquillità finisce quando un giorno, l'allegro gruppetto, decide di fare una gara di corsa con arrivo in una piccola valle vicino a una collinetta del paesello. Finita la gara i ragazzi  si riposano all'ombra e scoprono che in quella minuscola valle c'è una casetta in rovina. Come penitenza per aver perso la gara, a Michele tocca percorrere tutta la casa, di due piani, di corsa, senza schiattare di paura. Alla fine della prova nel retro della casa, il ragazzino scopre una buca, coperta da un materasso, che nasconde quella che a Michele sembra una gamba umana.
I giorni successivi il bimbo ritorna continuamente alla casa, combattendo contro la paura e le punizioni dei genitori arrabbiati per le sue marachelle. Alla fine , per una serie di coincidenze, scopre un segreto; un  segreto che non avrebbe mai dovuto sapere e capisce che il ritorno improvviso del padre camionista non è casuale e che il signor Sergio, anziano romano che si è stabilito ospite in casa sua da pochi giorni, non è il solito vecchietto dolce. Io non ho paura è una storia di un'amicizia forte, così forte che legherà i protagonisti oltre l'immaginabile; così improvvisa e solida che comprometterà un piano criminale.
Lo stile del autore è molto scorrevole e semplice, come semplice e rude è lo stato sociale dei protagonisti, contadini campagnoli. La vicenda viene narrata attraversi  gli occhi di un bambino, dal  carattere tanto tenace e saggio, quanto irresponsabile e impulsivo, ma che, alla fine,  scopre quanto dura sia la realtà, tanto diversa dai suoi giochi infantili che dovrà abbandonare  con tanta tristezza.
La povertà e l'ignoranza dei protagonisti viene descritta anche attraverso i vari contrasti del paesaggio, il sole caldo e il grano maturo a cui si oppongono  il buco e la valle nascosti dall'ombra. Un romanzo che parla di delinquenza, ma anche di quel  grande valore umano che è l'amicizia, la quale contrasta qualsiasi cosa anche il crimine, e che dona al protagonista un immenso coraggio, che  darà alla storia un finale inusuale e inaspettato.
Consiglio la lettura di questo romanzo a tutti i coraggiosi, a quelli che non hanno paura di andare contro, a chi ama far vincere la sincerità e il bene. Lo consiglio anche a tutti i giusti che troveranno nella personalità di Michele il loro animo, il quale in qualunque situazione complicata o felice che sia penserà: “No, io non ho paura!”
Michela Cocco

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