giovedì 15 settembre 2011

Recensioni per le vacanze: la solitudine dei numeri primi

La solitudine dei numeri primi, è la storia di due ragazzi, Alice e Mattia, segnati irrimediabilmente da un trauma: lei da una caduta sugli sci che l'ha resa zoppa, lui da una sorta di colpevolezza per la  morte della sorella. L'autore, inizialmente racconta le vicende dei due personaggi separatamente in capitoli dedicati prima a uno poi all'altra per poi arrivare alla conoscenza tra i due giovani e dunque le vicende vissute dai personaggi saranno intrecciate nei singoli capitoli.
Alice è una ragazza timida e triste che si sente inferiore rispetto alle compagne, odia il proprio corpo e odia il cibo, infatti dopo e durante l'adolescenza si ridurrà all'anoressia.
Mattia invece, segnato dalla morte della gemella , non riesce a trovare pace ed è masochista, introverso, trova inutile tutto ciò che è irrazionale ,o cioè che non è spiegabile in modo “scientifico”, è un piccolo genio della matematica e il suo unico rifugio è lo studio.
Le vicende sono raccontate per mezzo di molti artifici narrativi come le analessi o gli epiloghi narrativi. I due personaggi si incontreranno al liceo e in seguito ad una festa organizzata dall'amica\nemica di Alice, Viola Bai. Da questo breve incontro scaturirà un'amicizia, un'amicizia strana, presente ma invisibile. I due ragazzi infatti continueranno ad essere attratti l'uno dall'altra per anni ,ma non riusciranno mai ad instaurare un rapporto che superi l'amicizia soprattutto a causa dell'insicurezza di Mattia il quale, spaventato dall'irrazionalità non parlerà mai molto di sé e dei suoi sentimenti all'amica e sarà succube dei sogni di Alice. Questa amicizia si spezzerà apparentemente quando Mattia partirà per l'Inghilterra per lavoro e quando, in seguito, Alice si sposerà con Fabio (un dottore che aveva conosciuto precedentemente). Ma dopo alcuni anni Alice si renderà conto dell'errore commesso “lasciando scappare” Mattia in Inghilterra e deciderà di chiamarlo. Mattia risponderà prontamente tornando a casa e sembrerà esserci uno spiraglio di serenità che però terminerà presto con il ritorno in Inghilterra di Mattia.
Il finale lascia  il lettore un po' amareggiato o con il fiato sospeso perchè nulla viene risolto e ci sono molti misteri piccoli o grandi  che rimangono insoluti . Io personalmente sono rimasto un po' amareggiato, perchè ho avuto la sensazione che l'autore volesse terminare in fretta e furia il romanzo. Un aspetto che non mi è piaciuto del libro è la sofferenza collettiva, infatti,come si può notare tutti i personaggi ,protagonisti e non, soffrono per qualche motivo. Un aspetto che,invece, mi ha positivamente colpito è la scorrevolezza dello stile e l'essenzialità del romanzo che permettono una lettura molto veloce e non noiosa nonostante il numero non indifferente di pagine. Inoltre trovo intrigante il titolo  perchè ci suggerisce che per mezzo della matematica , quindi della razionalità più pura, si può spiegare  una cosa così irrazionale come un rapporto di amicizia di due ragazzi.
Voglio consigliare questo libro a tutti ma con la premessa di non aspettarsi nessun lieto fine ma bensì  un libro coinvolgente ma molto triste. 
 Alessandro Marcolin

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