giovedì 28 aprile 2011

Recensione: El Grinta di Ethan e Joel Coen


Regia : Ethan ; Joel Coen
Interpreti: Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Stenfeld
Nazionalita: USA 2010 Genere: western 

El Grinta è il western dei fratelli Ethan e Joel Coen, film d’apertura dello scorso Festival di Berlino. Si tratta del remake dell’omonimo lavoro di Henry Hathaway, che nel 1969 valse l’unico Oscar vinto da John Wayne . Protagonisti sono il coraggio e la vendetta, personificati nella piccola Mattie Ross.
Siamo nel 1870, nell’America di frontiera subito dopo la Guerra Civile. Mattie assolda un vecchio sceriffo, Rooster Cogburn , orbo e stordito dall’alcool, per dare la caccia a Tom Chaney che ha ucciso suo padre per due pezzi d’oro fuggendo poi in quella terra di nessuno che è il territorio indiano. Ai due si aggrega anche un ranger del Texas, LaBoeuf , a sua volta intenzionato ad arrestare il fuggiasco, per l’uccisione di un senatore.
Pur essendo ricco di citazioni dal repertorio del genere western e pur essendo illuminato dalla straordinaria capacità dei registi di rendere il paesaggio delle sterminate praterie americane , il  film dei due cineasti di Minneapolis sembra trascendere il genere per rilanciare una riflessione sul concetto di giustizia. Lo spettatore infatti viene messo di fronte a tre livelli di giustizia incarnati dai tre personaggi principali della vicenda . Un funzionario della legge, lo sceriffo Rooster Cogburn, detto El Grinta, presentato come un mercenario l’uomo dal grilletto facile interessato solamente al denaro. Un ranger texano, alter ego della legalità rispetto a Cogburn e apparentemente in contrasto col primo sembra incarnare l’inutilità delle istituzioni in un luogo senza legge come il west. Mattie che agisce per principio, simboleggiando quell’immagine dell’America che non intende piegarsi alle avversità. E' lei infatti , animata da una forza di volontà e da una rettitudine morale che traspaiono chiaramente da una ferrea educazione religiosa che  incarna il livello più puro della giustizia, lontano anni luce dallo sporco Dio denaro.
Il film è un lungo flashback visto proprio attraverso gli occhi di Mattie, adolescente divenuta donna anzitempo perché attanagliata dal dovere e dalla necessità, costretta a fronteggiare i meandri più crudi della vita, vissuti sulla pelle a soli 14 anni. Ecco così  che partendo dal proverbio d’inizio - “L’empio fugge anche quando nessuno l’insegue” - i fratelli Coen ci rimandano ad una profonda riflessione sull'essere umano e sul suo destino.
Mauro Peruzzo

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